Pordenonelegge, «La festa del libro con gli autori», è un evento fisso nella mia agenda. Anno dopo anno, preparo una valigia leggera (con tanto spazio per nuovi libri) e varco le Alpi a bordo di un treno notturno che mi riporta nella città dove sono cresciuta.
Ad aspettarmi ci sono sempre un mare di bandiere gialle a sventolare nelle vie del centro e un fine settimana ricchissimo di appuntamenti per chi ama leggere, e non solo. Nel corso degli anni – è appena finita la diciannovesima edizione – il festival si è affermato come un appuntamento imperdibile dell’agenda culturale italiana. È proprio qui che molti autori presentano i loro nuovi libri, molti arrivano anche dall’estero. Quindi può capitarvi di andare a cena e avere come vicino di tavolo Peter Høeg (Il senso di Smilla per la neve) oppure Giuseppe Antonelli, filologo e linguista italiano noto al grande pubblico per aver condotto «La lingua batte» su Radio 3.
Quest’anno ho assistito a tanti incontri dedicati ai temi più disparati, ma quelli che mi hanno colpito di più sono due: «La storia in un romanzo», con lo scrittore inglese Robert Harris e «Come non scrivere», con Claudio Giunta, saggista, scrittore, filologo e storico della letteratura.
Robert Harris, maestro della narrativa storica, ha presentato «Monaco», il suo ultimo romanzo ambientato durante l’omonima conferenza del 1938. Come in tutti i suoi libri, anche questa volta Harris lascia spazio alle figure minori per raccontare la Storia con gli occhi delle persone normali. Oltre al celeberrimo «Fatherland» ti suggerisco di leggere anche «Pompei» che mette in scena gli ultimi giorni della città prima dell’eruzione del Vesuvio.
Claudio Giunta invece ci ha regalato spunti preziosi per scrivere bene in italiano e ha condiviso alcune riflessioni illuminanti sul legame tra la sincerità di intenti e un uso chiaro della lingua. Ti consiglio spassionatamente i suoi consigli di lettura, riassunti in questo articolo pubblicato nel 2016 sull’Internazionale.